mercoledì 17 aprile 2013

Cooperare per resistere. Ripuliamo insieme l’Arena e riprendiamoci i nostri ricordi.




Amantea, 17 aprile 2013 - “Amanteani uniamoci”. Sembra questo essere il motto che lega l’iniziativa portata avanti dalla Guarimba che prevede la riapertura di un pezzo di storia del paese, l’Arena Sicoli, la cui parabola sembra narrarci come negli ultimi anni Amantea stia affrontando un inesorabile declino dal punto di vista del turismo, ormai ridottosi a una ventina di giorni di boom a cavallo tra la fine di luglio e agosto. Una parabola che fino a qualche giorno fa raccontava di un grande cinema all’aperto inghiottito dalla natura incontrastata, con l’erbaccia che arrivava alle ginocchia e le piante a coprire la maestosa parete bianca che un tempo era lo schermo su cui l’immaginazione di un uomo faceva appassionare centinaia di altre persone. Fino a qualche giorno fa, appunto, perché dallo scorso lunedì chiunque può unirsi ad aiutare a riportare il cinema alla gente e la gente al cinema (citando fedelmente lo slogan che riempie di senso l’evento), disboscandolo in primis, ma anche dando un piccolo supporto con la propria presenza per scartavetrare una seggiola o, in seguito,  riverniciando una fila, magari quella che un tempo era la vostra preferita e dove sedevate e in cui desiderereste tornare ad accomodarvi per passare una serata estiva diversa, o ancora dando una passata di bianco alla parete-schermo.

Il ritrovo è fissato ogni sabato e lunedì dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18 davanti al cinema e basta bussare per essere accolti con un caldo sorriso e cominciare ad essere parte della risposta che tenta di impattare, grazie alla scommessa sulla cultura, gli annosi interrogativi su turismo ed economia. Basterebbe impegnarsi un po’ tutti insieme per entrare nell’ottica del bene comune, di imparare assieme un modo di collaborare cosicché la società possa soccorrersi nei momenti di bisogno e godere assieme nel momento del raccolto, quando i frutti sono più dolci. Basterebbe una mano ogni tanto per far diventare ancor più reale il progetto del Festival, donando un po’ del proprio tempo libero per una causa che vorrebbe riportare Amantea in un ruolo nuovamente centrale, grazie a un festival internazionale di cortometraggi che attiri via via sempre più gente e di conseguenza viaggiatori e commercio.

Dopo la prima tre giorni di pulizie i risultati sono evidenti: l’erbaccia che arrivava alle ginocchia è in gran parte nella catasta di sacchi neri accumulati alla soglia delle uscite, a colpi di zappa sono state estirpate molte delle radici più resistenti e qualcuno, armato di grandi forbici, ha iniziato la potatura delle piante che offuscano la vista alle prime file. Come il cinema inizia a sognare la sua riapertura, anche il paese potrebbe sognare una rinascita, ancora di pari passo, pieni entrambi di gente come negli anni d’oro.
Ma ora, passeggiando per le vie ciottolate del paese antico, ci si può affacciare e trovare ancora una squarcio di schermo e di verde della vegetazione intorno all’azzurro dei posti a sedere, appoggiarsi a un muretto a tornare indietro nel tempo.

 L’Arena era il luogo perfetto in cui trovare refrigerio nelle torride serate estive e rompere la routine che la vita di un piccolo paese impone. Maglioncino sulle spalle e via a far la fila all’ingresso per assistere ai migliori film usciti durante l’anno.  Lo scenario suggestivo creato dalle luci soffuse del centro storico, dall’alta parete che assicura il borgo antico sopra la parte moderna del paese e la fitta vegetazione tutto intorno rendevano la proiezione un qualcosa di unico, in cui persino l’attesa del film diveniva un piacere.
Il chiacchiericcio pervadeva quel capolavoro naturale di sala, poi luci spente e il boato usciva dalle casse. “Silenzio, silenzio”. Il proiettore illuminava lo schermo e la danza d’immagini iniziava ad allietare la notte.
Ne è passata di gente su quelle sedie un po’ dure e fredde, appuntamenti  scuciti alla nuova fiamma trovata sulla riva del mare o amori di lunga stagione, ritrovi tra amici che si vedono solo pochi giorni in vacanza, compagni di sempre che non ne possono più della solita serata sul lungomare o bambini che si atteggiano a grandi perché son potuti uscire da soli la sera.

L’Arena, quanti ricordi e quante storie riporta alla mente ad ognuno. Sarebbe bello tornare ad entrarci, sedersi e rimanere incantati davanti a un bel film. Sarebbe bello, una volta seduti, pensare: “se sono qua, in fondo, è anche un po’ merito mio”.

Daniele Aloe

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