Fortunato, viene considerato da molti Amanteani, come il “pazzo” del villaggio. La sua allegria continua, le sue prodezze fisiche e il suo carattere gli hanno guadagnato la nomea di “perso” in contrasto, egli stesso preferisce definirsi come “libero”. In una casa nel mezzo del Centro Storico di Amantea, precisamente La Chianura”, Fortunato Pagliaro insieme a sua moglie vivono in un ambiente uscito quasi come da un film.
Ogni sasso, che trovasi fuori dalla sua abitazione è stato scolpito da se stesso ricavandone figure di ogni tipo "affinchè non potessero essergli rubate!" .Nel suo piccolo laboratorio, conserva le sue creazioni più preziose: le barche a scala illuminate da dentro, i bei Cristi nella croce in legno in tutte le misure possibile, le figure di san Francesco di Paola, i pescatori in legno, fotografie su Amantea intagliate in un pezzo di legno verniciato, eccetera.
Quest'uomo, pescatore di mestiere e di sangue, ha coltivato la creatività grazie alla sua sete di vivire e conoscere. Privo di qualsiasi preparazione accademica, tutto ciò lo ha indotto, a scolpire le sue figure, dure, con una espressione limpida, veramente belle, riportandoci così al Medioevo. Non sono cattolico ma ciò che più mi ha impressionato sono stati i Cristi nella croce, con quelle espressioni tranquille.
Fortunato, non avendo appunto alcuna preparazione artistica, anche se molto perspicace, scolpisce senza soffermarsi su ciò che è corretto o scorretto, raggiungendo così opere sincere, uscite dalla sua stessa mano, sculture che ogni giorno diventano più difficili da trovare, dovuto al pregiudizio che molti hanno sull'Arte.
Ha parlato anche del mare. Di quanto sia difficile la vita di un pescatore, sia sulla barca come all'arrivo sulla terra, giacchè i briganti possono sempre attacare la pesca notturna. Ci ha parlato della necessità che ha il suo corpo dell'acqua, di nuotare anche durante una tormenta sempre per sfidare se stesso; perché la vita di Pagliaro è stata sempre una sfida dietro l'altra, come egli stesso dice, ha sfidato il mare come pesactore, ha sfidato l'arte come scultore, la musica come cantante popolare, la danza come ballerino di festa, la poesia come poeta di vecchie fontane e gioventù perdute.
Questa intervitsa ci ha riempito il cuore di vita e ammirazione, di voglia di continuare a scavare nei meandri del Paese per ritrovare questi "matti" tanto saggi.
Giulio Vita
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